Nel 1955 ci fu la prima edizione del Carnevale Beneventano. L’evento fu organizzato dall’Ente Provinciale del Turismo. Fu ideato sulla falsariga di quello di Viareggio e proprio da lì giunse il tecnico Nuto Billi, per realizzare una sfilata simile a quella della cittadina toscana.
Il corteo partì con un carro che trasportava i feroci cannibali della tribù di Sua Maestà Karkadek. Dopo i cannibali seguivano i vitelloni, che facevano ala ad una gigantesca barca con quattro avinazzati marinai. Molto ammirate furono le procaci bagnanti, sempre di cartapesta, in costumi succinti. Del corteo facevano parte altri due giganteschi carri allegorici. Uno, dal titolo “Bando alla tristezza”, era un’allegoria della festa, mentre l’altro, intitolato “non è mai troppo tardi”, rappresentava due vecchietti che coronavano finalmente il loro sogno d’amore.
La sfilata partì da via Armando Diaz, nei pressi della stazione e si sviluppò lungo tutto il corso Garibaldi. La partecipazione fu enorme, nonostante un tempo inclemente segnato dal freddo pungente e da frequenti rovesci di pioggia. Ma il carnevale non fu solo la sfilata dei carri allegorici. Le manifestazioni si svolsero per un’intera settimana. Si tennero balli pubblici in piazza Roma e veglioni mascherati in diversi locali. Il più grandioso e mondano fu quello che si tenne al Jolly Hotel.
Al Teatro Massimo, da poco inaugurato, si tenne il Concorso della Canzone Sannita, al quale parteciparono numerosi musicisti locali, tra gli altri l’orchestrina Hula Hula, diretta dal maestro Italo Cammarota, allora molto attiva in Campania e oltre. Vi partecipò anche il paroliere beneventano Lorenzo Celegato, autore di diverse canzoni che furono in concorso, in quegli anni, sia al Festival di Sanremo sia a quello di Napoli. Ci fu un concorso interregionale di gruppi folkloristici.
Purtroppo, come successe con la Fiera di Benevento, creata nel 1949, anche quel Carnevale non andò oltre la seconda edizione. In seguito ci sono stati altri tentativi di creare una tradizione beneventana in questo campo, ma sono rimasti per lo più episodi sporadici.
a cura di Francesco Morante, presidente Archeoclub Benevento