CANDELORA

CANDELORA

Della Candelora, che cade il 2 febbraio, si conosce il versetto di impronta meteorologica (Se fiocca e piove a Candelora dell’inverno siamo fora, se c’è sole e tira vento dell’inverno siamo dentro) che nel Dizionario della Lingua Italiana del 1861 di Tommaseo e Bellini si fa risalire a Siena, mentre a Firenze si usava Candelaja ad indicare la festa delle candele.

Nella liturgia di ambito cristiano la Candelora ricorda la Purificazione di Maria, quaranta giorni dopo il parto (dal 25 dicembre al 2 febbraio i giorni sono giusto 40) e la presentazione al Tempio del primogenito Gesù. Secondo il Vangelo di San Luca Maria e Giuseppe, pur potendo adempiere in qualsiasi altro luogo, decisero di solennizzare la cerimonia, recando l’offerta di due colombe, con un viaggio fino a Gerusalemme. Lungo la strada incontrarono il “santo vecchio Simeone”, che adempì la profezia che non sarebbe morto prima di incontrare il Messia. Al Tempio (l’edificio i cui resti ancor oggi sono luogo immancabile di preghiera per gli ebrei) incontrarono la profetessa Anna che riconobbe nel bambino il Messia.

La ricorrenza della presentazione al Tempio è stata soppiantata da quella della Purificazione, voluta da Pio XII. Il 2 febbraio si svolge anche il rito della benedizione delle candele. Il fatto che, poi, il giorno dopo per la festa di San Biagio si benedicano altre candele per invocare grazie dal patrono della gola, ha creato un po’ di confusione.

E’ citata su Wikipedia l’antica tradizione di Castelpoto, dove a Candelora si bacia il Bambinello rimasto esposto davanti all’altare per tutti i 40 giorni dalla notte di Natale.

a cura di Mario Pedicini, scrittore e giornalista pubblicista  

Presentazione al Tempio, formella della Janua Maior della Cattedrale di Benevento